docente del corso Instagram lab per diventare influencer

Instagram e l’influencer marketing: l’intervista a Giulio Tolli

Instagram e l’influencer marketing: l’intervista a Giulio Tolli 1200 630 G. Luca Propato

Non si fa altro che parlare di influencer.

Non solo le inarrivabili Chiara Ferragni e Kendall Jenner. Sono sempre di più i giovanissimi che vogliono avviare una carriera sui social, in particolare su Instagram. Ma, per farlo davvero, servono strumenti e competenze specifici.

Giulio Tolli è un fotografo professionista e un instagramer affermato, che vanta più di 100.000 followers: sarà lui a guidarci nel nostro Instagram Lab, tra strategia, vitamina C (Competenza, Creatività, Contenuti, Conversazioni, Conversioni) e influencer veri o improvvisati.

Giulio, quanto e come è cambiato Instagram negli ultimi anni?

Quando ho iniziato a utilizzare Instagram c’erano davvero poche persone e per lo più veniva usato per la condivisione di selfie, momenti quotidiani o cose molto semplici e banali. Sembrava una sorta di fotodiario giornaliero.

Oggi il social è totalmente trasformato. Una continua corsa a chi prende più likes e followers. Foto perfetta che non racconta niente spesso o, ancor più tragico, tutte immagini simili. Non c’è più il gusto e la voglia di raccontare quello che si fa e questo è quello che mi fa maggiormente dispiacere. Dall’altra parte, per quelli che riescono, è diventato un vero e proprio lavoro, se usato nel modo giusto. Ma bisogna trovare il giusto compromesso per non mostrarsi falsi rispetto a quello che si è nella vita reale di ogni giorno.

Ma che cosa vuol dire essere Influencer nel 2019?

Essere influencer: non sono ancora riuscito a capire bene che cosa vuol dire, perché ognuno si sente tale a suo modo, e questa cosa mi fa sorridere.

Per me un influencer è qualcuno che con una semplice condivisione riesce a spostare, o per lo meno a raccogliere, idee nella direzione della sua condivisione, che può essere di un semplice prodotto o di qualsiasi altra cosa. Una sorta di pubblicità umana nel senso più stretto della parola. Invece di mettere un cartellone in giro per la città, si sfrutta l’immagine di una persona che riesce a raggiungere un quantitativo molto elevato di ragazzi.

Parliamo di Instagram Stories: come possono essere utilizzate dalle aziende?

Le stories sono l’ultima frontiera della pubblicità, soprattutto se fatte bene. Sono viste da più persone rispetto alle foto e, se già il brand è seguito, è facile che nessuno se le faccia scappare. Per i brand meno seguiti c’è bisogno di costanza nella pubblicazione di queste, magari aggiungendo un pizzico di originalità per renderli virali e condivisibili.

Un consiglio: quanti contenuti andrebbero pubblicati ogni giorno su Instagram?

Non c’è un minimo o un massimo, secondo me ognuno può gestire come meglio crede il proprio account. Dico solo che per il quieto vivere: non bisogna esagerare.

Chiudiamo con il tema dei bot su Instagram: sì o no?

Bot su instagram? Decisamente meglio dei followers e likes comprati.

Se uno ha le competenze per impostare un bot in modo corretto non vedo perché non si dovrebbe usare, soprattutto in ambito aziendale. Porta seguaci reali e concreti che si interessano al target stabilito in precedenza e facilita il lavoro. Poi se il bot viene usato per avere più likes alle foto (come selfie etc) allora il senso non riesco a capirlo.

Io personalmente li utilizzo e le aziende di cui curo l’immagine sono cresciute notevolmente, non soltanto per il numero di followers e likes alle foto, ma anche per quanto riguarda la parte offline. Se sei in grado di farti notare verranno sicuro a trovarti in negozio.

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